Coppia di merli si riproduce in voliera

 

Nell’anno 1993 abitavo ad Assemini in provincia di Cagliari e come ormai è facile immaginare, ero dedito all’allevamento di diverse specie di uccelli, tra i quali, diamanti mandarino, diamanti di kittliz, diamanti guttati, padda, canarini, indigeni vari tra cui una coppia di merli che avevo allevati allo stecco l’anno prima.

L’esperienza che racconto in questa rubrica è relativa a questi due merli, ospitati in una volierina di 190 cm di altezza per 90 cm di larghezza e 80 cm di profondità, posizionata in un punto del giardino dove circa 2 anni prima avevo messo a dimora una pianta di alloro.

Ricordo che, non trovando in commercio un nido di dimensioni e forma idonee alla coppia, avevo realizzato una sorta di balconcino in legno di cm 20 x 20 con bordo di 7 cm, e fissato all’interno della voliera ad una altezza di circa 90 centimetri dal suolo.

L’alimentazione dei merli era composta da mangime pellettato per insettivori, pastoncino sempre del commercio, specifico per uccelli insettivori, tarme della farina e piccole chiocciole alle quali rompevo il guscio per permettere agli uccelli di nutrirsene.

Avevo fornito fieno ed altre piante spontanee in fase di essicazione, che prelevavo alla base degli eucalitti che si trovavano nelle campagne vicine.

Verso i primi giorni del mese di maggio il maschio cantava facendosi sentire in tutto il vicinato e la femmina mostrava un eccitazione particolare, svolazzando a scatti e sollevando la coda in posizione quasi verticale, accompagnando questi movimenti con sguaiati cinguettii.

Di li a poco cominciò a tappezzare l’interno del “balconcino” con steli e fieno, cementandoli con fango prelevato dal suolo.

Avevano a disposizione una vaschetta d’acqua che rinnovavo anche due volte al giorno proprio perché la femmina la utilizzava per “produrre” il fango necessario.

A metà del mese di maggio, cominciò a deporre e con mia grande soddisfazione, non si allontanava dal nido neanche quando mi avvicinavo per dar loro il cibo  e cambiare l’acqua.

A fine maggio la schiusa, quattro piccoli merli avevano fatto crescere la famiglia.

Da quel momento in poi avevo arricchito la dieta con dosi maggiori di chiocciole e tarme della farina, ricordo  che spesso andavo a caccia di tutto ciò che il mondo degli insetti mi riservava,  propinando agli uccelli, cavallette, grilli, piccole mantidi e di tutto di più.

I piccoli sembravano crescere bene e in quell’occasione sperimentai i primi filmati con la telecamera, filmati che vi ripropongo qui di seguito a testimonianza dei fatti raccontati.

I piccoli crebbero sani e robusti e quando raggiunsero i 30 giorni, dovetti allontanarli dalla voliera perché il maschio cominciava a sentirsi infastidito dalla loro presenza.

Era questa la prima volta che affrontavo la riproduzione di uccelli di una certa taglia , ma per quanto mi riguarda è stata una esperienza del tutto positiva e diversa dalle altre da me vissute fino ad allora.

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merli in riproduzione:

Assemini 05  giugno 1993