Esperienza riproduzione Calandra (Melanocorypha calandra)

 

Nel corso dell’anno 2011, verso la fine di Febbraio, ho avuto la fortuna di annoverare nel mio piccolo allevamento amatoriale, una coppia di Calandre che un amico mi ha gentilmente ceduto per tentarne la riproduzione in gabbia.

Preciso che era la prima volta che avevo a che fare con questo splendido uccello dal canto melodioso oltreché elevato.

Dopo averli alloggiati in una razziera di 120 cm ho provveduto ad alimentarli con un misto 4 semi per canarini + mangime per insettivori pellettato , aggiungendo di tanto in tanto un certo numero di tarme della farina scongelate all’occorenza.

I due hanno dimostrato di apprezzare il cibo loro offerto ed in breve tempo si sono acclimatate tanto che, dopo circa un mese e mezzo, il maschio ha iniziato a farsi sentire intonando un canto forte e dalle note molto varie.

Verso i primi di maggio lo stesso ha iniziato a corteggiare la femmina cantando e girandole intorno con portamento impettito, ali basse e coda aperta a ventaglio. Questo comportamento mi ha spinto ad introdurre all’interno della gabbia un nido di giunco intrecciato del diametro di 12 cm che ho posizionato nel lato sinistro in basso della razziera. Ho altresì, messo a disposizione della coppia il materiale per imbottirlo composto da fibre di sisal-cotone-cocco-juta.

 

Da prima la femmina ha iniziato a spargere questo materiale per tutta la gabbia, incurante del nido ed ha continuato così per circa 15 giorni, non si decideva a nidificare.

Preciso che nel locale d’allevamento ho installata una telecamera senza fili che trasmette le riprese video alla tv del mio salone e mi consente di “spiare” gli uccelli e quindi studiarne il comportamento.

Una mattina osservando gli uccelli dalla tv, con grande sorpresa, ho visto la femmina all’interno del nido intenta ad aggiustare il materiale con molta cura , finalmente si era decisa!!

Il giorno seguente, l’evento tanto atteso, la femmina ha deposto il suo primo uovo!!!

Potete immaginare la contentezza di vedere una coppia di calandre che si accingeva a riprodursi nella mia gabbia!!

Purtroppo, la sera stessa della deposizione sarebbe arrivata la prima delusione, l’uovo deposto è stato forato e letteralmente svuotato del contenuto. Ho pensato che l’artefice del misfatto fosse stato il maschio e così, la mattina successiva mi sono appostato di buon ora e sempre dalla telecamera ho avuto la conferma, dopo che la femmina ha deposto e lasciato il nido, il maschio si è avventato sul secondo uovo ed io non ho avuto il tempo materiale di scendere in allevamento per sottrarlo alle sue ingorde attenzioni!!!.

Dopo il secondo uovo la femmina non ha più deposto.

 

Per farla breve, Vi dico che, passati circa 12 giorni, la femmina ha iniziato una nuova deposizione. Questa volta, sono però riuscito ad intervenire in tempo ed ho salvato 3 uova che ho poi ho affidato all’incubatrice  settandola su  valori di tempertura tra i 37,8 e 38,2 gradi centigrafi e umidità relativa del 65%,  sperando nel buon esito della gestazione artificiale.

In precedenza avevo acquistato delle uova finte per parrocchetti che ho sostituite alle reali, nel nido.

La femmina però non si è mai decisa a covare, forse l’interferire troppo, non la rendeva tranquilla.


 

Dopo 13 giorni la prima schiusa, il primo pullo di calandra ha rotto il guscio ed è venuto al mondo ancor prima di quanto  mi potessi aspettare, infatti nei testi da me consultati, l’incubazione delle uova sarebbe dovuta durare 16 giorni, tre giorni di anticipo!!

Ho tentato di allevare i tre pulli allo stecco, utilizzando un preparato specifico per uccelli insettivori 1° periodo con percentuale proteica del 40%, di una nota Casa Produttrice, ma al 5 giorno purtroppo tutti e tre sono morti. Presentavano una morbidezza delle ossa come se non fossero riusciti a fissare il calcio.

Ho pensato a qualche carenza alimentare dovuta al mangime d’imbecco o forse qualche malattia trasmessa all’uovo dai genitori, non so.

Dopo questa esperienza non proprio positiva, mi riprometto di tentare l’anno venturo.

Sotto consiglio di un amico allevatore, utilizzero degli integratori di Sali minerali liquidi nei quali è presente la colina   sperando che il problema che si è manifestato quest’anno nei pulli, non si ripresenti di nuovo!!

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schiusa in incubatrice di piccolo di calandra